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Competenza è... Collaborazione - Comunicazione - Creatività - pensiero Critico

3° COMUNICAZIONI E TELECOMUNICAZIONI

















LA CAMERA OSCURA











ONDE SONORE

orecchio 1



LA RADIO




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Per riflettere:

Disarmare la comunicazione

Troppo spesso oggi la comunicazione non genera speranza, ma paura e disperazione, pregiudizio e rancore, fanatismo e addirittura odio. Troppe volte essa semplifica la realtà per suscitare reazioni istintive; usa la parola come una lama; si serve persino di informazioni false o deformate ad arte per lanciare messaggi destinati a eccitare gli animi, a provocare, a ferire. Ho già ribadito più volte la necessità di “disarmare” la comunicazione, di purificarla dall’aggressività. Non porta mai buoni frutti ridurre la realtà a slogan. Vediamo tutti come – dai talk show televisivi alle guerre verbali sui social media – rischi di prevalere il paradigma della competizione, della contrapposizione, della volontà di dominio e di possesso, della manipolazione dell’opinione pubblica.

C’è anche un altro fenomeno preoccupante: quello che potremmo definire della “dispersione programmata dell’attenzione” attraverso i sistemi digitali, che, profilandoci secondo le logiche del mercato, modificano la nostra percezione della realtà. Succede così che assistiamo, spesso impotenti, a una sorta di atomizzazione degli interessi, e questo finisce per minare le basi del nostro essere comunità, la capacità di lavorare insieme per un bene comune, di ascoltarci, di comprendere le ragioni dell’altro. Sembra allora che individuare un “nemico” contro cui scagliarsi verbalmente sia indispensabile per affermare sé stessi. E quando l’altro diventa “nemico”, quando si oscurano il suo volto e la sua dignità per schernirlo e deriderlo, viene meno anche la possibilità di generare speranza.

MESSAGGIO DI PAPA FRANCESCO PER LA LIX GIORNATA MONDIALE DELLE COMUNICAZIONI SOCIALI 

Roma, San Giovanni in Laterano, 24 gennaio 2025




In "The Social Dilemma" su Netflix, viene spiegato che le piattaforme social guadagnano principalmente attraverso la pubblicità. Utilizzano algoritmi avanzati per raccogliere dati sugli utenti, inclusi i loro interessi e comportamenti, per offrire annunci mirati. Le aziende pagano le piattaforme per mostrare i loro prodotti agli utenti più propensi ad acquistarli. Inoltre, l'attenzione degli utenti viene costantemente monitorata e manipolata per aumentarne l'engagement, il che porta a maggiori profitti pubblicitari.



"Don't Look Up" è un film satirico che affronta temi come il cambiamento climatico, la disinformazione e l’iperrealismo dei social media. La trama ruota attorno a due astronomi che scoprono un cometa in rotta di collisione con la Terra e cercano di avvisare l'umanità, ma si scontrano con l'indifferenza e la ridicolizzazione da parte dei media e della politica.

  1. Cambiamento Climatico: Il film può essere visto come una metafora della crisi climatica. La cometa rappresenta il pericolo imminente del cambiamento climatico che, come il cometa, è difficile da ignorare ma viene spesso minimizzato o deriso. Questo riflette il modo in cui le gravi questioni scientifiche vengono trattate con superficialità.

  2. Utilizzo dei Social Media: La pellicola mette in evidenza come i social media e le piattaforme di informazione influenzino le percezioni pubbliche. La reazione del pubblico alla scoperta della cometa è amplificata dalla rapidità con cui le informazioni vengono diffuse e reinterpretate. Il film suggerisce che, mentre i social possono informare, possono anche distorcere la verità, creando una sorta di “rumore” che ostacola la comprensione di problemi seri.

  3. Funzionamento del Cervello Umano: "Don't Look Up" esplora come le emozioni e le opinioni personali influenzino la razionalità e la presa di decisioni. Le persone tendono a ignorare o a respingere informazioni che contraddicono le loro convinzioni preesistenti. Questo comportamento è accentuato dalla polarizzazione sociale e dal tribalismo, che vengono resi evidenti nel modo in cui i vari gruppi reagiscono alla notizia della cometa.

Il film è una critica serrata alle dinamiche contemporanee della società, in particolare alla difficoltà di affrontare le verità scomode quando queste sono filtrate attraverso il prisma dei social media e dell’opinione pubblica. Invita a riflettere sulla responsabilità collettiva nel riconoscere e reagire ai segnali di allerta del nostro tempo, in un'epoca in cui le crisi possono sembrare lontane o irreali a causa della disinformazione e della distrazione.







A proposito di "Brain Rot" risulta utile leggere questo pensiero:

Per soffocare in anticipo ogni rivolta basta creare un condizionamento collettivo così potente che l’idea stessa di rivolta non verrà nemmeno più in mente agli uomini.
L’ideale sarebbe formattare gli individui fin dalla nascita, limitando le loro abilità biologiche innate.
In secondo luogo, si prosegue il condizionamento riducendo drasticamente l’istruzione, per riportarla ad una forma di inserimento professionale.
Un individuo ignorante ha solo un orizzonte di pensiero limitato e più il suo pensiero è limitato a preoccupazioni mediocri, meno può ribellarsi.
L’accesso alla conoscenza deve diventare sempre più difficile ed elitario, il divario tra il popolo e la scienza deve aumentare, l’informazione destinata al grande pubblico anestetizzata da qualsiasi contenuto sovversivo.
Soprattutto niente filosofia.
Ancora una volta bisogna usare persuasione e non la violenza diretta: attraverso la televisione si diffonderanno intrattenimento lusinghiero, sempre più lusinghiero, emotivo o istintivo.
Occuperemo gli spiriti con ciò che è inutile e divertente.
È buono, in una chiacchierata e in una musica incessante, impedire che la mente pensi.
Metteremo la sessualità in prima fila tra gli interessi umani, come tranquillante sociale non c’è niente di meglio.
Si farà in modo di bandire la serietà dell’esistenza, di girare in derisione tutto ciò che ha un valore elevato, di mantenere una costante apologia della leggerezza, in modo che l’euforia della pubblicità diventi lo standard della felicità umana e il modello della libertà. Il condizionamento produrrà così da sé una tale integrazione, che l’unica paura – che bisognerà mantenere – sarà quella di essere esclusi dal sistema e quindi di non poter più accedere alle condizioni necessarie per la felicità.
L’uomo di massa, così prodotto, deve essere trattato come quello che è: un vitello, e deve essere sorvegliato come deve essere un gregge. Tutto ciò che permette di addormentare la sua lucidità è socialmente buono, ciò che minaccia di svegliarlo deve essere ridicolizzato, soffocato, combattuto.
Qualsiasi dottrina che metta in discussione il sistema deve prima essere designata come sovversiva e terroristica e chi la sostiene dovrà poi essere trattato come tale.”

Günther Anders - “L’obsolescenza dell’uomo”



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